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RS 1729

Anonymous

Anonimo

I Un serventés, plait de deduit, de joie, comencerai au Dieu comandement, qu’il nos enseint le chemin et la voie 4a li aler sanz nul encombrement. Alun i tuit et tres isnelement avoec Celui qui nus apele et proie, amanevi a sun asenblement: 8en geridun paradis nos otroie a toz jorz mais por nostre salvement.

II ..................................................... ..................................................... 12..................................................... ..................................................... ..................................................... ..................................................... 16..................................................... ..................................................... .....................................................

III ..................................................... 20..................................................... ..................................................... ..................................................... quant le roi de Paris fu esperdu, 24qu’il cuidoient que l’arme en fut alee; et quant il fu en vie revenu, la croiz reqit et cil li a donee, qui tesmoinz est de si bele vertuz.

IV 28Jerusalem, tant es desconfortee! sur toi en est le domage venu! Cretïentez t’a trop abandonee, et le sepulcre et temple est perdu, 32qui fu jadis en grant chierté tenu. Bien fus antan servie et onoree, Dieux fu en toi cloffichez et penduz, or t’unt paien esillïe et gastee: 36mal geredun lor en sera rendu.

V France, [bien] doiz avoir grant seignorie, sur totes riens te doit en enorer! Diex te requiert et secors et aïe 40por sun païs de paiens delivrer: por ceu a fait le roi resociter. Pris a la croiz por amender sa vie, si s’en ira, se Deu plet, outre mer. 44Tuit si baron li feront compaignie; li cuens d’Artois ira ses oz gier.

VI Au riche roi qui France a en baillie va, serventois, tun message conter, 48qu’il n’oblit pas la terre de Sorie: ne puet pas si lungement demorer. Paris lu veut en bone foi loer qu’il maint ses oz par terre Romanie; 52legierement la pora conqester et baticer le sodant de Turquie; poi si porra tot se monde aquiter.

VII L’emperaor face au pape acorder, 56puis passera la mer a grant navie; ne le porrunt li paien endurer; tot conquerra et [T]urquie et Persie, en Babilonie ira por coroner.

I At God’s command I shall begin a sirventes, a discourse of happiness and joy, so that he may teach us the way and the path to go to Him without impediment. Let us all go, and that most quickly, with the One who summons and exhorts us, responding swiftly to his convocation: as a reward He offers us paradise for evermore for our salvation.

II [...]

III [...] when the king of Paris was in a desperate state, so that they thought his soul had left him; and when he returned to life, he requested the cross and the one who is witness to such a beautiful miracle gave it to him.

IV Jerusalem, you are so forlorn! Misfortune has come upon you! Christendom has dreadfully abandoned you, and the sepulchre is lost, the temple which in the past was held so dear. Time was, you were much served and honoured, God was nailed and hanged in you; now pagans have ruined and destroyed you: they will be justly punished for it.

V France, you should rightly have great prestige, you should be honoured above all things! God seeks from you aid and assistance to liberate His land from the pagans: this is why He raised the king from the dead. He took the cross to purify his life, and so, God willing, he will go overseas. All his barons will go with him; the count of Artois will lead his hosts.

VI Go, sirventes, to relay your message to the noble king who rules France, so that he does not forget the Holy Land: he cannot delay here any longer. Paris wishes to exhort him openly to a send his army to the lands of the East; he will easily be able to conquer them and baptise the sultan of Turkey; then he will be able to liberate this whole world.

VII Let him reconcile the pope and the emperor, then he will cross the sea with a great navy; the pagans will not be able to resist him; he will conquer all of Turkey and Persia, and will go to be crowned in Cairo.

I Per volontà di Dio comincerò un sirventese, un discorso di letizia e di gioia, affinché ci indichi la via e il cammino per andare fino a lui senza impedimenti. Andiamo tutti e molto in fretta con Colui che ci chiama e ci esorta, rispondendo con prontezza al suo invito a radunarci: come ricompensa, ci offre il paradiso eterno per la nostra salvezza.

II [...]

III [...] quando il re di Parigi fu in condizioni disperate, tanto che pensavano che l’anima se ne fosse andata; e quando fu tornato in vita, chiese la croce e gliela diede colui che è testimone di così belle virtù.

IV Gerusalemme, sei così sconsolata! su di te è ricaduta la sventura! La cristianità ti ha malamente abbandonata, ed è perduto il sepolcro, il tempio che in passato fu tenuto in così alta considerazione. Un tempo tu fosti giustamente servita e onorata, Dio fu inchiodato e appeso in te, ora i pagani ti hanno devastata e distrutta: ne riceveranno la giusta punizione.

V Francia, è giusto che tu abbia un grande prestigio, devi essere onorata sopra ogni cosa! Dio ti chiede soccorso e aiuto per liberare il suo paese dai pagani: per questo ha fatto risorgere il re. Ha preso la croce per purificare la sua vita, e perciò andrà, a Dio piacendo, oltremare. Tutti i suoi baroni gli faranno compagnia; il conte d’Artois guiderà il suo esercito.

VI Vai, sirventese, a riferire il tuo messaggio al nobile re che governa la Francia, affinché non dimentichi la Terra Santa: non può indugiare qui a lungo. Parigi lo esorta apertamente a mandare il suo esercito nella terra d’Oriente; la potrà facilmente conquistare e far battezzare il sultano di Turchia; così potrà liberare tutto il mondo.

VII Faccia accordare il papa e l’imperatore, poi attraverserà il mare con una grande flotta; i pagani non potranno resistergli; conquisterà tutta la Turchia e la Persia, e andrà al Cairo a farsi incoronare.

Historical context and dating

According to contemporary sources, on 14 December 1244, recovering from an illness that had brought him near to death, Louis IX asked the bishop of Paris for the cross and made a vow to depart for the Holy Land (see the introduction to RS 1738a). The long preparations and complex political situation in Europe, in particular the continual exhausting conflict between pope Innocent IV and the emperor Frederick II, delayed departure for a few years. Finally, on 12 June 1248 Louis IX received the pilgrim’s staff and scrip in the church of Saint-Denis, and left for Aigues-Mortes, where he embarked for Cyprus on 25 August. The composition of the song must therefore date from after the king’s illness (to which vv. 23-27 refer) and precede the ceremony in Saint-Denis which constitutes the effective beginning of the crusade. There are no elements in the text which allow a more specific dating, but the hortatory emphasis of vv. 46-49 suggests that some time must have passed from the announcement and preaching of the crusade. In any case it is highly likely that the song was written after the assembly summoned by Louis IX on 9 October, in which the king confirmed his own vow and many French barons took the cross. The allusion to Louis IX’s efforts to mediate between the pope and the emperor (v. 55) could point to the negotiations of Cluny on 28-30 November 1245, which were followed by other peace-making attempts in 1246 and 1247. The composition of this song can therefore be placed between the autumn of 1245 and the spring of 1248

Contesto storico e datazione

Secondo le fonti contemporanee, il 14 dicembre 1244, ripresosi da una malattia che lo aveva ridotto in fin di vita, Luigi IX chiese la croce al vescovo di Parigi e fece voto di partire per la Terra Santa (si veda l’introduzione alla canzone RS 1738a). I lunghi preparativi e la complessa situazione politica dell’Europa, in particolare la continua ed estenuante contesa tra il papa Innocenzo IV e l’imperatore Federico II, ritardarono la partenza di alcuni anni. Finalmente, il 12 giugno 1248 Luigi IX ricevette nella basilica di Saint-Denis il bordone e la bisaccia simboli del pellegrino, e partì alla volta di Aigues-Mortes, da dove s’imbarcò per Cipro il 25 agosto. La composizione della canzone deve dunque essere successiva alla malattia del re (alla quale accennano i vv. 23-27) e precedere la cerimonia di Saint-Denis che costituisce l’effettivo inizio della crociata. Non vi sono all’interno del testo elementi che permettano di precisare ulteriormente la datazione, ma l’insistenza esortativa dei vv. 46-49 lascia intendere che qualche tempo doveva essere già trascorso dall’annuncio e dalla predicazione della crociata. È molto probabile in ogni caso che la canzone sia stata scritta dopo l’assemblea convocata da Luigi IX il 9 ottobre nella quale il re confermò il proprio voto e molti baroni francesi presero la croce. L’accenno all’attività di mediazione svolta da Luigi IX tra il papa e l’imperatore (v. 55) potrebbe rimandare ai negoziati di Cluny del 28-30 novembre 1245, che furono seguiti da altri tentativi di pacificazione nel 1246 e nel 1247. Si può dunque situare la composizione di questa canzone tra l’autunno del 1245 e la primavera del 1248.