RS 344a
Anonymous
Anonimo
I Seignurs, oiez, pur Dieu le grant, chançonete de dure pité (+1) de la mort un rei vaillaunt; (−1) 4 homme fu de grant bounté, (−1) e que par sa leauté (−1) mut grant encuntre ad sustenue; ceste choseˇest bien prové: 8 de sa terre n’ad rien perdue. Priom Dieu en devocïoun, qe de ses pecchez le face pardoun. (+2)
IIDeˇEngletereˇil fu sire, 12 e rey qe mut savoit de guere; en nul(e) livre puet home lire de rei qe mieuz sustint sa tere; toutes ses choses qu’il vodreit fere, (+1) 16sagement les mist a fine. (−1) Ore si gist soun cors en tere, si va le siecleˇen decline.
III Le rei de Fraunce grant pecché fist (+1) 20le passageˇa desturber, qe rei Edward pur Dieu enprist, (+1) sur Sarazins l’ewe passer. Sun tresour fust outre la mer(e), 24e ordiné sa purveaunce seint Eglise pur sustenir(e): ore est la tere en desperaunce.
IVJerusalem, tu as perdu 28la flour de ta chivalerie, rey Edward le viel chanu, qe tant ama ta seignurie. Ore est il mort; jeo ne sai mie 32toun baner qi le meintindra; sun duz quor par grant druerie outre la mer(e) vous mandera.
V Un jour avant que mort li prist, 36od son barnage voleit parler; (+1) ses ch[i]valers devant li vist, durement commença de plurer: (+1) «Jeo murrai», dist, «par estover, 40jeo vei ma mort que me vent quere; fetes mon fiz rey corouner, qe Dampnedieu li don bien fere!».
VIA Peiters, a l’apostoile 44un(e) messager la mort li dist; e la pape vesti l’estole, a dure lermes les lettres prist: (+1) «Alas!», ceo dist, «comment? morist 48a qi Dieu douna tant honur? A l’alme en face Dieu mercist! De seint Eglise il fu la flour».
VII L’apostoile en sa chambre entra, 52a pein se poeit sustenir, e les cardinals trestuz manda; (+1) durement commença de plurir. (+1)Les cardinals li funt teisir, 56en haut commencent lur servise; parmy la cité funt sonir, e servir Dieu en seint eglise.
VIII L’apostoile meimes vint a la messe(+2) 60ové mult grant sollempnité; l’alme pur soudre sovent se dresse, (+1) e dist par grant humilité: «Placeˇa Dieu en Trinité 64qe vostre fiz en pust conquere Jerusalem, la digne cité, (+1) e passer en la seinte tere!».
IX Le jeofne Edward d’Engletere 68rey est enoint e corouné: Dieu li doint tele conseil trere ki le païs seit gouverné, e la coroune si garder 72qe la tere seit entere, (−1) e lui crestreˇen bounté, (−1) car prodhome i fust son pere.
XSi Aristotle fust en vie, 76e Virgile qe savoit l’art, les valurs ne dirr[ai]ent mie del prodhome la disme part.Ore est mort le rei Edward, 80pur qui mon quor est en trafon; l’alme Dieu la salu e garde, pur sa seintime passïoun! Amen.
I Listen, lords, for the sake of God the great, to a little song of profound pity for the death of a valiant king. He was a man of great goodness, who through his loyalty has undergone many a great battle. This thing is well known: of his land he has lost nothing. Let us devoutly pray to God to pardon him for his sins.
II He was the ruler of England and a great expert in warfare; in no book can one read of a king who better defended his land. All those things he wished to do he brought wisely to fruition. Now his body lies in the ground, and the world is in decline.
III The king of France committed a great wrong in obstructing the crusade that Edward undertook for God, to cross the sea against the Saracens. His treasure was overseas, and his decisions aimed at the support of the holy Church: now the Holy Land is in despair.
IV Jerusalem, you have lost the flower of your chivalry, king Edward the old and hoary, who so loved your nobility. Now he is dead and I know not who will sustain your banner; out of great love he will send his dear heart overseas to you.
V One day before death took him he desired to speak with his barons; seeing his knights before him he began to weep bitterly. ‘I must needs die,’ he said, ‘I can see death coming for me; have my son crowned, and may God grant he do good!’
VI In Poitiers a messenger announced his death to the pope, and the pope donned the stole and took the letters with hot tears. ‘Alas!’, he said, ‘how is this? Has the one to whom God gave so much honour died? God have mercy on his soul! Of the holy Church he was the flower.’
VII The pope entered his chamber, and could hardly stand; he summoned all his cardinals and began to weep bitterly. The cardinals console him and begin aloud their office [for the dead]: they have the bells rung throughout the city and prayers said to God in the holy church.
VIII The pope himself came to the Mass in great solemnity; often he rose to his feet to free his soul (pray for the soul of the deceased), and spoke through great humility: ‘May it please God the Three in One that your son may conquer Jerusalem, the noble city, and make the crossing to the Holy Land!’
IX The young Edward of England is anointed and crowned king: God grant him to make wise decisions so that the land is governed [well], and to preserve the crown so that the land remains intact and is full of grace, for his father was a great man.
X If Aristotle and Virgil, who knew the art [of rhetoric], were still alive, they would not be able to tell the tenth part of the noble qualities of this great man. Now king Edward, for whom my heart is in the depths of woe, is dead; God save and keep his soul, through his most holy passion! Amen.
I Ascoltate, signori, per il gran Dio, una canzonetta di profonda compassione per la morte di un re valoroso; fu uomo di grande bontà, che per la sua lealtà ha sostenuto molti grandi conflitti; questa è una cosa ben risaputa: non ha perduto nulla della sua terra. Preghiamo Dio devotamente affinché gli perdoni i suoi peccati.
II Egli è stato sovrano d’Inghilterra e re molto esperto di guerra; non si può leggere in nessun libro di un re che abbia difeso meglio la sua terra. Tutte le cose che avrebbe voluto fare le ha sapientemente condotte a termine. Ora il suo corpo giace nella terra, e così il mondo è peggiorato.
III Il re di Francia ha fatto molto male a ostacolare la crociata che Edoardo aveva intrapreso per Dio, la traversata del mare contro i Saraceni. Il suo tesoro fu al di là del mare, e le sue decisioni [sono state] orientate a sostenere la santa Chiesa: ora la Terra Santa si dispera.
IV Gerusalemme, hai perso il fiore della tua cavalleria, il vecchio e canuto re Edoardo, che ha tanto amato la tua maestà. Ora egli è morto, e io non so chi sosterrà il tuo vessillo; per la sua grande devozione ti manderà il suo dolce cuore oltremare.
V Poco prima di morire ha voluto parlare con i suoi baroni; vedendo i suoi cavalieri davanti a lui, cominciò a piangere amaramente, e disse: «Io sto davvero per morire, vedo la morte che mi viene a prendere; fate incoronare re mio figlio, e che Dio gli conceda di fare bene!».
VI Un messaggero annunciò la morte (del re) al papa a Poitiers, e il papà indossò la stola e prese la lettera con calde lacrime. «Aimè!», disse, «come? è morto colui a cui Dio ha concesso tanto onore? Dio abbia misericordia della sua anima! Egli fu il fiore della santa Chiesa».
VII Il papa entrò nella sua stanza, poteva a stento reggersi in piedi; chiamò tutti i cardinali e cominciò a piangere a dirotto. I cardinali lo consolarono e cominciarono ad alta voce il loro ufficio (dei defunti): fanno suonare le campane in tutta la città e fanno pregare Dio nella santa Chiesa.
VIII Il papa stesso partecipò alla messa con grande solennità; spesso si alza in piedi per sciogliere l’anima [pregare per l’anima del defunto] e dice con grande umiltà: «Piaccia a Dio Uno e Trino che vostro figlio possa conquistare Gerusalemme, la nobile città, e fare la traversata in Terra Santa!».
IX Il giovane Edoardo d’Inghilterra è unto e incoronato re: Dio gli conceda di avere un tale discernimento che il paese sia (ben) governato, e di conservare la corona in modo che la terra resti indivisa e di essere colmo di grazia, perché suo padre è stato un grand’uomo.
X Se fossero ancora in vita Aristotele e Virgilio che conoscevano l’arte (retorica), non potrebbero dire la decima parte del valore di questo grand’uomo. Ora è morto il re Edoardo, per il quale il mio cuore è in lutto profondo; Dio salvi e custodisca la sua anima, per la sua santissima passione! Amen.
Historical context and dating
The song is an elegy on the death of Edward I of England, which occurred on 7 July 1307 (though the news only reached London on 25 July), and must therefore necessarily postdate it. Lines 67-68 refer to Edward II’s coronation, which took place in Westminster Abbey on 25 February 1308, and suggest that the composition of the text must also postdate that event. Such a late date can also be explained by the fact that the king’s solemn funeral only took place on 27 October 1307 (Phillips 2010, p. 131; see the reference to the burial in v. 17). The possibility that the author may have had access to the testimony of the archbishop of Canterbury Robert Winchelsey or one of his suite (see the note to vv. 43-66) would move the date of composition to after the latter’s return from French exile on 24 March 1308. The text was therefore probably written between the autumn of 1307 and the spring of 1308, around the date of the king’s funeral or shortly after the archbishop of Canterbury’s return home.
Contesto storico e datazione
La canzone è un’elegia per la morte di Edoardo I d’Inghilterra, avvenuta il 7 luglio 1307 (ma la notizia giunse a Londra solo il 25 luglio), e dev’essere dunque necessariamente posteriore a questa data. I vv. 67-68 contengono un riferimento all’incoronazione di Edoardo II, avvenuta nell’abbazia di Westminster il 25 febbraio 1308, e lasciano pensare che la composizione del testo sia posteriore anche a questo evento. Una data così tarda si può spiegare anche con il fatto che il funerale solenne del re ebbe luogo solo il 27 ottobre 1307 (Phillips 2010, p. 131; si veda l’accenno alla sepoltura del v. 17). La possibilità che l’autore abbia avuto accesso alla testimonianza dell’arcivescovo di Canterbury Robert Winchelsey o di qualcuno del suo seguito (si veda il commento ai vv. 43-66) inoltre sposterebbe la data di composizione dopo il rientro di quest’ultimo dall’esilio francese, avvenuto il 24 marzo 1308. L’ipotesi più verosimile è dunque che il testo sia stato scritto in un periodo compreso tra l’autunno del 1307 e la primavera del 1308, cioè attorno alla data del funerale del re o poco dopo il ritorno in patria dell’arcivescovo di Canterbury.