Raugei, certamente a ragione, considera la strofa IIIb un’interpolazione spuria (l'editrice non include questa strofa nella sua numerazione dei versi ma per ragioni tecniche non è stato possibile fare lo stesso qui, perciò i versi delle strofe IV-V sono stati rinumerati), osservando che qui il poeta rimprovera se stesso e non la dama per la separazione, in evidente contrasto con il resto della canzone e in particolare con le due strofe contigue, ognuna delle quali biasima in modo evidente il comportamento della dama; inoltre le indicazioni geografiche specifiche berrie e syrie sono estranee al resto della produzione di Gautier, dove il poeta evita ogni menzione del nome e del luogo d’origine della dama conformemente al precetto cortese di segretezza; anche la versificazione è insolitamente molto trascurata (si veda p. 180), inoltre la rima ‘a’ è femminile mentre è maschile nelle altre strofe; infine, questa strofa sviluppa in modo banale il motivo della separazione e dell’eventuale partenza per terre lontane, che potrebbe o meno essere evocata nella strofa precedente (qu’en souspirant m’en vois au port, v. 57). Nella sua nota al v. 57, Raugei commenta che il porto al quale il poeta si riferisce potrebbe essere preso in senso letterale ma anche figurato col valore di ‘fine, punto d’arrivo, conclusione’, e sostiene che nulla ci autorizza ad assumere che il distacco dalla dama implichi un viaggio oltremare; il senso perciò potrebbe essere ‘ho procurato e deciso di incamminarmi sospirando verso la fine (di questo mio stato doloroso?)’. Raugei osserva tuttavia che quando altri trovieri impiegano il sostantivo port in senso figurato esso non è mai determinato dall’articolo, come avviene invece in questo caso, e che l’anonimo interpolatore interpreta port in senso letterale. Abbiamo incluso questa canzone nel nostro corpus in parte per quest’ultima osservazione, in parte perché Gautier afferma nella canzone RS 1575 di essere stato lontano per un lungo tempo (v. 1) e perché, anche se questa canzone non contiene allusioni dirette a una crociata, essa fa parte di un gruppo piuttosto compatto di testi sulla lontananza dalla dama (si vedano per esempio le note introduttive a RS 1204 e RS 421), alcuni dei quali si riferiscono esplicitamente alla crociata. Raugei non include questa strofa nel suo testo critico, ma la riporta nell’apparato secondo la grafia di M. Per ulteriori dettagli, specialmente circa le analogie stilistiche con altre canzoni francesi e occitane, e per una delicata analisi letteraria del testo, si veda Raugei, pp. 179ss. Per berrie quale possibile riferimento geografico al v. 74, forse ‘Brie’, la cui precisione è inusuale per Gautier de Dargies, si veda Raugei, p. 180.

19L'espressione è formulare e non sembra possibile tradurla in altro modo, ma è difficile capirne il senso nel contesto della strofa.

41Come rileva Raugei, pitié qui significa ‘sofferenza, dolore’: si veda TL VII, 985, ‘Jammer, Elend’.

55-56Raugei osserva che atirier può significare tanto ‘procacciare, preparare’ quanto ‘decidere, stabilire’, costituendo nel primo caso un’iterazione sinonimica e nel secondo caso un hysteron-proteron (una figura retorica dove l’ordine naturale o logico dei termini è invertito).

57Si veda sopra la nota introduttiva.

86Raugei ritiene la lezione empiré di M difficilior rispetto alla più ovvia tormenté di T.

91-92Raugei considera santé riferito in modo specifico al topos ovidiano dell’amore-malattia, traducendo petit ament con ‘ho poco giovamento’.

100Raugei interpreta humilité in questo contesto come l’affabilità di cui la dama capricciosa ha gratificato per breve tempo il poeta, ma si confronti il v. 43 con FEW IV, 511, II.